HDR – Gamma Dinamica

 

Benvenuti in questo nuovo articolo, oggi trattiamo un argomento di formazione molto controverso negli ultimi anni, ovvero l’HDR. Questa tecnica ha visto tantissime evoluzioni col crescere della tecnologia delle nostre fotocamere e dei nostri computer, ma come si fa a realizzare un buon hdr sul campo? È davvero utile la funzione +1/0/-1 sulle nostre fotocamere o sarebbe meglio non seguire gli automatismi? Andiamo con ordine.

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HDR, acronimo di “High Dynamic Range”, si riferisce a una tecnica fotografica che combina più esposizioni di una stessa scena con differenti livelli di luminosità per creare un’immagine finale con un’ampia gamma dinamica.

A COSA SERVE E QUANDO SI USA

L’obiettivo dell’HDR è catturare dettagli sia nelle aree più scure che in quelle più luminose di una scena, superando le limitazioni di esposizione dei sensori delle fotocamere.

Nella fotografia tradizionale, quando una scena ha un ampio intervallo di luminosità, ad esempio un tramonto con un cielo brillante e ombre profonde, potrebbe risultare difficile ottenere dettagli sia nelle zone luminose che in quelle scure. Se si espongono correttamente le zone luminose, le zone scure appariranno sottoesposte e prive di dettagli, mentre se si espongono correttamente le zone scure, le zone luminose risulteranno sovraesposte e prive di dettagli.

L’HDR risolve questo problema catturando più esposizioni della stessa scena con diversi livelli di esposizione, solitamente utilizzando una fotocamera montata su un treppiede per garantire che le immagini siano allineate perfettamente. Le esposizioni vengono poi combinate utilizzando un software specializzato o una fotocamera con funzionalità HDR integrata, che fonde i dettagli delle diverse esposizioni in un’unica immagine finale.

IL RISULTATO FINALE

Il risultato finale dell’immagine HDR è un’immagine che mostra un livello di dettaglio molto più ampio rispetto a una singola esposizione. Le zone luminose saranno ben esposte e dettagliate, così come le zone scure avranno dettagli visibili. Questo crea un effetto visivo molto realistico e accattivante, che può essere utilizzato per riprodurre fedelmente una scena con un ampio intervallo di luminosità.

Da notare che l’effetto HDR può variare da un aspetto molto naturale a uno più artistico e surreale, a seconda delle preferenze e dell’elaborazione applicata all’immagine finale. L’HDR può essere utilizzato non solo nella fotografia, ma anche nella registrazione video per ottenere risultati simili di elevata gamma dinamica.

COME SI REALIZZA

Continuando sulla spiegazione dell’HDR, è importante sottolineare che l’effetto HDR può essere ottenuto in diversi modi. Uno dei metodi più comuni è l’utilizzo di software di post-produzione, come Adobe Photoshop, Lightroom o software specializzati in HDR come Photomatix. Questi programmi consentono di combinare le diverse esposizioni e regolare i parametri per ottenere l’effetto desiderato.

Inoltre, molte fotocamere digitali moderne offrono la funzionalità HDR integrata. Queste fotocamere sono in grado di catturare automaticamente diverse esposizioni in rapida successione e combinarle internamente per creare un’immagine HDR direttamente dalla fotocamera, senza la necessità di post-produzione.

Ma il mio consiglio è quello di evitare tutti gli automatismi e di ragionare sempre e solo con la nostra mente e con il nostro bagaglio di esperienze sul campo e in post produzione. È fondamentale, quando si è sul campo, imparare a studiare e gestire la luce sapendo già chiaramente quale dovrà essere il risultato finale e scattare di conseguenza.

+1/0/-1? NON CI SIAMO

Sicuramente vi sarà capitato di andare sul campo e di provare a scattare un paesaggio in controluce, cosa è successo? Che in una fotografia il primo piano era completamente sottoesposto e il cielo invece perfettamente esposto mentre, nella seconda fotografia, il primo piano era esposto correttamente mentre il cielo completamente sovraesposto, giusto?

Cerchiamo di capire il motivo. La luce colpisce ogni superficie in maniera diversa, anche se questi due elementi si trovano a pochi centimentri tra essi, anche lo stesso elemento in diverse parti viene colpito in maniera diversa dalla luce. Fatta questa premessa adesso ragioniamo un attimo insieme: come è possibile che la luce sul mio primo piano sia a +1, il piano di mezzo a 0 e il mio cielo a -1? 

Ci sono tantissime sfumature di esposizioni e noi dobbiamo essere in grado di gestire completamente in autonomia sul campo la diversa esposizione della luce giocando con i nostri tempi di scatto. Per questo è fondamentale avere già bene in chiaro che fotografia vogliamo realizzare e soprattutto le nostre capacità di post produzione per capire poi come e quanti scatti andare a realizzare sul campo.

CONSIGLI E TRUCCHI

Il consiglio più importante che posso darvi è il seguente: “scattate in funzione della vostra post produzione, e soprattutto in base ai limiti della vostra fotocamera”.
Non esiste un metodo dogmatico, ognuno ha il proprio procedimento per realizzare questa tecnica, io posso insegnarvi il mio, ma l’esperienza e gli errori vi faranno trovare il vostro workflow sul campo.

VANTAGGI DELLA TECNICA

I vantagi sono ben evidenti. Sicuramente il recupero delle alte luci e delle ombre bruciate garantisce all’immagine una profonodità maggiore che normalmente non potremmo ottenere in uno scatto singolo. Abbiamo anche più informazioni in fase di post produzione e una maggior lavorabilità di tutto l’aspetto legato ai colori. 

ESPERIENZA SUL CAMPO

Quando sarete sul campo il vostro nemico pi grande sarà il flare. Il flare non è altro che un’aberrazione dovuta dall’angolo di incidenza della fonte luminosa che, colpendo la vostra lente, restituisce sul sensore questo artefatto. Premesso che in alcuni casi è molto interessante, normalmente è vista come un errore, quindi come possiamo rimuoverla? È molto più semplice di quanto credi. Ci basterà frapporre il nostro dito tra la fonte luminosa e il nostro sensore e scattare la zona dove prima era presente il flare. Successivamente il dito sarà rimosso semplicemente andando a mascherare quella zona con un’altra fotografia dove non è presente.

TIRIAMO LE SOMME

Ecco le mie considerazioni finali sull’utilizzo di questa tecnica:

 

Pregi

  • Massima gamma dinamica in ogni parte della scena

  • Elevato numero di informazioni

  • Fusione di due tecniche, Focus Stacking e HDR

  • Tecnica necessaria finalizzata alla stampa

  • Tecnica semplice, intuitiva e personalizzabile

Difetti

  • Allungherà la vostra fase di post produzione

  • Molto macchinosa i primi tempi

  • Non potrete più farne a meno

  • Necessario sempre l’utilizzo del cavalletto.

Se siete interessati a qualche informazione più tecnica vi lascio il link del mio corso di post produzione dove affronto questa tecnica privatamente, anche sulle vostre fotografie.

Spero che la recensione vi sia piaciuta, per qualsiasi domanda non esitate a contattarmi tramite il form nella sezione contatti.

 

Ci vediamo al prossimo articolo, a presto,

Erik