Qui ci troviamo davanti ad un fenomeno unico e molto raro, ma non qui in Islanda. Qui in qualsiasi giornata di sole, in qualsiasi periodo dell’anno, è possibile vedere l’arcobaleno, puoi letteralmente entrarci dentro. Un’esperienza davvero unica. Se si è particolarmente fortunati, e le condizioni meteo vi assistono, potrete anche vedere due arcobaleni, ma come enfatizzarli? Semplice, tramite l’uso di un polarizzatore. Il polarizzatore infatti ha il compito di polarizzare la luce, variando così l’angolo di incidenza della luce sulle superfici riflettenti o sulle particelle d’acqua presenti nell’aria, così da enfatizzare o rimuovere del tutto il nostro arcobaleno. Mentre Seljalandafoss si presta molto bene per il tramonto, come avete già notato nella prima fotografia, Skogafoss invece da il meglio di sé durante l’alba.
Ora, senza indugiare troppo, continuiamo il nostro viaggio staccandoci dal Golden Ring e percorrendo la strada F35, verso il centro dell’isola. Ci si para davanti un paesaggio lunare, brullo e senza tracce di vita, fatta eccezione per alcune pecore selvatiche che attraversano la strada. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio arriviamo in un posto tanto sconosciuto quanto fantastico: Hveravellir. Un complesso di pozze sulfuree, un bar attrezzato, un parcheggio dove poter passare la notte e, per nostra sfortuna, nessun rifornimento di benzina. Fate molta attenzione perché su alcuni siti da ancora disponibile la stazione di rifornimento, ma nel 2018 era stata chiusa, ora non so se è agibile o smantellata definitivamente, ma vi consiglio di informarvi bene.
La mattina successiva la sveglia suona alle 4.30, è ora di vedere l’alba. Appena aperti gli occhi, dopo una colazione frugale con qualche biscotto ed un caffè (solubile, mamma mia che orribili ricordi, non prendete mai un caffè in Islanda), ci incamminiamo verso queste pozze. L’odore di zolfo ben presto mi entrò nelle narici, rendendo ogni altro odore praticamente inesistente, un prezzo onesto da pagare per lo spettacolo a cui stavo per assistere.