“Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito, e le persone che hai amato”
Cosa sigifnicano queste parole per voi? Per me è importante aver capito e interiorizzato che tutto il mio processo creativo nasce e viene influenzato dalle persone che ho vicino, dalle esperienze che vivo e dalle persone che amo. Ho sempre preso le decisioni nella mia vita col cuore, di pancia come si dice, e tutta la mia carriera è basata su questo.
“..e le persone che hai amato.” è forse la frase che più sento mia perché credo che tutto sia mosso da delle energie, positive e negative, credo che il mondo ci dia dei segnali. Non sono credente e non sono superstizioso ma alle volte è bello credere. Credere che tutto avvenga per una ragione, che quella domenica pomeriggio tutto ti abbia spinto per essere li, in quel preciso luogo, sotto quel preciso albero, a scattare quella precisa fotografia.
Ormai sono anni che insegno fotografia. 14 anni che scatto e oltre 5 che insegno questa meravigliosa arte e credo sia giunto per me il momento di spiegarvi come io scopro nuovi posti e come si svolge una mia sessione fotografica. La risposta non vi piacerà penso, perché va contro tutto quello che insegno ai miei workshop e tour con Canon e gli altri sponsor/collaboratori ma è la risposta è la seguente: completamente votata alla casualità e il più delle volte con un intoppo più o meno divertente.
Lasciatemi spiegare prima che perdiate tutta la credibilità, spero, che abbiate in me e nel mio lavoro.
Oggi specialmente viviamo in un mondo di imitazioni, dove tutti non amano più la ricerca ma vogliono andare in un posto, scattare una fotografia “sicura” e tornare a casa. Zero fatica e zero rischio. Ecco, io sono ompletamente l’opposto.
Quando mi viene proposto di andare in un luogo che non conosco, in un posto che non ho mai visto, la prima cosa che faccio è IMPORMI di non andare a vedere il posto che visiterò, mi fido delle mie “guide”.
Tutti basiamo la nostra vita su dei preconcetti, su dei dogmi che ci ripetiamo così tanto da assimilarli nel nostro pensiero comune. Siamo schiavi della società e del pensiero collettivo, di questi tempi bui e grigi dove tutto quello che conta è fatturare, consumare, inghiottire e rigurgitare il prossimo avendo l’impressione di non poterci mai fermare senza la paura di essere noi le prede finali di questo gioco, ma io sono qui per dirvi che non è così. Ci saranno giorni bui e ci saranno giorni felici, ma io vi auguro di non lasciarvi mai sopraffarre dalla negatività e di vivere sempre la vita alla ricerca della serentià e non della felicità, perché quest’ultima è fugace, è un battito di ciglia all’interno di una conversazione mentre la serenità, quella è una condizione perpetua e perenne.